E ADESSO?
Ogni giorno perdeva quasi mezzo chilo, anche se aveva cominciato a mangiare come un pazzo. In pochissimo tempo ha perso venti chili. Venti chili sono tantissimi. Marco è stato sempre magro, pesava 70 kg, sai. Adesso ne pesava solo 50, come una ragazza molto magra. Sembrava uno scheletro. Tutti hanno cominciato a pensare che Marco stasse morendo. Perché quando uno diventa così magro in così poco tempo, allora ha la malattia più brutta che c’è. Quella per cui quasi tutti muoiono, perché i medici non riescono ancora a guarirla. Petra ha portato Marco a fare gli esami del sangue. I medici lo stesso giorno hanno telefonato a casa e hanno detto a Petra di portare Marco subito in ospedale, perché ha una malattia grave. Hanno detto che se non avesse cominciato subito a curarsi, avrebbe rischiato di morire in poco tempo. Petra ha ricevuto la telefonata in terrazza. Dopo aver finito di parlare, è rimasta là a lungo a guardare il mare e il cielo e a piangere. Marco voleva solo rimanere lì, con il suo mare e il cielo. Niente altro. Né i soldi di papà, né aiuto, né niente altro. Ma papà non glielo ha permesso. Ora Marco stava morendo. Petra ha capito che papà era riuscito a rovinargli la vita e che le cose non sarebbero state mai più come prima.
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Adesso mio fratello deve risolvere il problema degli occhi. Le cure per la sua brutta malattia gli hanno rovinato la vista. Lui ora non vede niente. Ha gli occhi aperti, ma vede tutto coperto da una nebbia bianca. Non vede neanche il viso di Petra. Non vede il suo cagnetto. Non riesce a trovare il bicchiere sul tavolo e non può caminare da solo, perchè non vede la strada. Non trova i bocconi nel piatto con la forchetta. Petra lo deve aiutare a fare tutto. Vede solo la luce e le sagome di cose grandi, come i palazzi o gli alberi.
Deve farsi operare a tutti e due gli occhi per poter vedere di nuovo come prima. Ma deve aspettare tanti mesi per l’operazione, perchè il suo corpo è ancora debole e i medici non vogliono operarlo, perché in queste condizioni potrebbe rimanere cieco per sempre. Così ha dovuto passare il Natale senza vedere, non ha visto l’albero, i regali, i fuochi di Cappodanno, solo il buio bianco. Neanche la tv o i libri, niente di niente. E’ rimasto tanti mesi sul divano a guardare il bianco e a pensare molto. Mi ha detto che è quasi impazzito, che è stata la prova più difficile della sua vita. E tutto questo da solo. Lontano dai suoi amici, dalla sua casa, senza l’aiuto della famiglia, perchè lui non ha una famiglia grazie a papà.
E’ una brutta cosa non vedere. Molto brutta. Fa tanta paura. Un giorno vedi come tutti gli altri e il giorno dopo perdi la vista. Mio fratello sta male ed è molto preocupato per i suoi occhi. Vuole vedere ancora il di viso Petra e il sole e la chitarra e il suo mare. Lui è lontano all’estero, da solo. Non vede e deve fare un’ operazione, che è anche molto costosa. E papà continua a fargli del male anche adesso. Altre denunce, altri soldi per gli avvocati invece che per le cure di mio fratello malato.
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E zia Mari non può vedere proprio niente e nessuno. Perché zia Mari non c’è più. Da quando è finita nelle mani di papà doveva solo sbrigarsi a morire chiusa dentro casa. Senza la gente a cui voleva bene, senza i posti che amava, senza le sue cose e senza i suoi soldi. Da sola, in pigiama. Lei ha tenuto duro per così tanto tempo che non si ricordava neanche più come è fatto il cielo e il sole. Ma era solo una vecchia signora. Non era una guerra alla pari dice mio fratello. Alla fine papà ce l’ha fatta. Lei è morta poco prima di Natale. Nessuno se n'è accorto. Nessuno sapeva che lei c’era ancora. Non si ricordavano più di quella bella ragazza di una volta che ha perso l'unico fidanzato da giovane, che amava la montagna e Roma, che non ha mai fatto niente di male a nessuno e che è morta sola derubata di tutto dalle persone delle quali si fidava. Si sono anche dimenticati di farlo sapere a Marco. Le denunce false non si dimenticano mai di spedirle, ma di far sapere del funerale di zia Mari si sono completamente dimenticati. Lei voleva vivere e non ha mollato per 15 anni. Marco ha cercato di prottegerla da nostro papà come poteva. Con lui in casa papà non poteva fare alla zia tutto quello che voleva. Marco c’era sempre quando la zia stava male, era l'unico della famiglia che non la voleva morta. Poi Marco si è ammalato, lo hanno sfrattato e ha dovuto andarsene. E lei poco dopo è morta davvero. Magari è stata una combinazione, magari no. Hanno fatto velocemente il funerale prima di Natale, con il papà affranto che seguiva la bara. Era il giorno del compleanno di nonna Lina. Marco dice che la scelta della data è stata simbolica. Lui ha detto molte volte a nonna Lina, che se non farà mai niente contro le cose brutte che fa nostro papà, se starà sempre zitta, anche lei finirà esattamente come zia Mari. E Marco non potrà aiutarla. Adesso nonna Lina non può vedere Marco e Petra, magari non li vedrà mai più. Gli anni passano e lei è sempre più vecchia. Molto vecchia. Ora non sta più nella fattoria in mezzo ai campi a prendere cinquanta gocce di valium tutti i giorni. Papà dopo la morte della zia Mari l’ha riportata nella sua vecchia casa in Città. Non perchè vuole bene alla nonna e vuole che viva nella sua casa al mare, che ha costruito e che ha sempre amato molto. Lo ha fatto solo per avere la fattoria libera. La stanza della zia moribonda adesso è rimasta vuota, non la si può affittare neanche ai turisti cossovari, cosi papà per non sprecare spazio ci ha messo un'altra vecchia che sta aiutando a morire, la sorella della zia Mari, nonna Lina. Quando papà ha spostato la nonna nella fattoria per lasciarla là da sola ad aspettare di morire, lei era ancora sana. Faceva ancora per papà tutti i conti dei soldi per non pagare le tasse, disegnava proggetti per ricostruire la sua vecchia casa e correva su e giù per le scale come una persona giovane. Papà l’ha tenuta là il tempo necessario. Finchè ci ha lasciato la testa. Adesso nonna non è più la vecchia nonna Lina. Lei non si muove più. E’ costretta sulla sedia a rotelle. Non ragiona più bene e non fa altro che lamentarsi e gridare. Non le interessa più stare in Città, non capisce più neanche bene dove sta. Come la zia Mari. Come sua sorella. La nonna ha ascoltato la zia gridare aiuto per 15 anni e non ha fatto niente contro il papà. Ora sta lei al posto suo. Grida, ma non c’è nessuno ad aiutarla. Ha ereditato dalla zia Mari il suo letto e la sua sedia a rotelle, che non può usare perchè papà ancora non ha messo l'ascensore e non lo metterà mai. Ha ereditato anche le due badanti ucraine che per la loro fedeltà papà non ha rispedito a Cernobyl, ma se le tiene finchè non si libererà anche della nonna. Solo la bara sarà tutta sua e papà la seguirà tutto affranto. Lui sa fare molto bene l'affranto.
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Anzi. Ora papà si sente più forte che mai. Può vincere tutte le sue guerre, adesso che Marco non si può difendere. Con l’aiuto del suo amico avvocato Pierpaolo, quello che fa anche da testimone non si sa bene di cosa, visto che lui non ha mai visto né Marco, né Petra, né la signora Laura, papà ha ottenuto un’altra sentenza del tribunale, questa volta “In nome della Legge”.
Il tribunale ha deciso che papà e il suo amico Pierpaolo possono prendere qualsiasi cosa che appartenga a Marco. Adesso e anche in futuro. Non importa se lui non c’è. La decisione si chiama: Ordine di procedere alla esecuzione forzata. Gli Ufficiali delle Forze Pubbliche aiuteranno papà a derubare Marco di tutte le sue ultime cose, anche in futuro. Così è scritto nelle carte e cosi sarà, perchè siamo in Italia.
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