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EUTANAZIA

Quando la zia Mari è diventata ancora più vecchia e la signora che se ne prendeva la cura a Roma si era ammalata, mio papà era tanto contento. Finalmente era arrivato il suo momento. Lui ha lavorato tanti anni per arrivare a questo momento. Così ha detto a zia, che poteva venire a vivere con lui nella casa in Città. Casa è molto grossa. C’era un appartamento libero, che la nonna Lina affittava a turisti. Mio papà ha detto che la zia poteva venire a vivere in questo appartamento. Che poteva stare bene con la famiglia in una bella casa al mare e se stava male, aveva un medico sempre in casa. La zia Mari era contenta, perché era già vecchia. Così è venuta a vivere in casa di mio papà. Papà ha chiamato due signore ucraine, tutte strane, che prendono soldini per stare tutto il giorno e tutta la notte con le persone anziane. E loro stavano con la zia Mari. Ma lei non era ancora un vegetale.

Lei si muoveva e camminava e parlava, come tutte le signore vecchie. E ancora aveva i suoi soldini e le ucraine la portavano in giro e lei spendeva i suoi soldini. E questo faceva tanto arrabbiare il mio papà.

Ma per fortuna mio papà è un medico. Lui sa bene come fare con le zie anziane, per farle diventare i vegetali. Non è difficile. Io non ero ancora nato, ma Marco e signora Laura e le signore ucraine c’erano. Loro dicono che la zia Mari stava sempre bene, ma dopo ha cominciato a curarla mio papà e lei stava sempre peggio. Velocemente. Prima era sempre sana e dopo in un momento sembrava che deve morire. E quando qualcuno chiedeva cosa ha la zia, mio papà sempre rispondeva: “Eh, la zia Mari. Poveretta. Ciò è molto malandata.” E diceva anche: “E’ pazza. Bisogna farci qualcosa prima che si fa fuori tutto.” Ma nessuno capiva mai, cosa aveva la zia. Mio papà le prescriveva moltissimi farmaci. Moltissime gocce, perché a mio papà piace a prescrivere quelle gocce. Le prescrive sempre a tutti. Perché le persone dopo diventano più tranquille e non si arrabbiano più con lui, ma lo ascoltano e sono felici. Così la zia Mari prendeva molte gocce per stare tranquilla. Perché lei senza gocce non stava più tranquilla. Lei urlava. E piangeva. Tanto, così tanto che si sentiva fino a terzo piano dove stava il mio fratello. Perché lei voleva tanto tornare a Roma. Non voleva più stare con mio papà, perché non si fidava più di lui. Lei ha capito che lui voleva solo i suoi soldini. E aveva molta paura. Ma era già troppo tardi.

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Dopo un po’ il mio papà ha chiamato i suoi amici medici e ha detto a loro che la zia era strana. Che zia Mari era diventata pazza e non poteva più decidere lei per le sue cose e i suoi soldini. Così gli amici medici di mio papà hanno guardato la zia Mari e hanno deciso che il mio papà aveva ragione. Che la zia era troppo vecchia e troppo strana e non poteva più decidere lei. Per questo mio papà ha fatto come fa sempre. Ha fatto vedere che lui è tanto buono. Che è un buon nipote che si prende cura della zia anche adesso, quando è diventata una pazza. E ha detto che sarà lui a prendersi cura di tutte le cose della zia e di suoi soldini. Così finalmente dopo tanti anni aveva quello che voleva. Mio papà ha subito venduto appartamenti di zia a Roma e ha cominciato a costruire la sua clinica privata. Adesso era veramente ricco, perché la zia aveva tante cose, tante case e tanti soldini in banca. E sono diventati di mio papà, perché lui doveva prendersi cura di tutto quello che era della zia. Mio papà doveva prendersene cura, non spenderli, perché erano sempre della zia. Ma lui li ha spesi, perché è lui che controlla e nessuno controlla lui. La zia non poteva più controllarlo, perché era piena di gocce. Mio fratello Marco mi ha raccontato che appartamento di zia era sempre pieno di moltissime boccette di Valium. Quel medicinale strano che prende anche la nonna. Solo quando papà andava via per qualche viaggio e zia è rimasta a casa da sola solo con le signore ucraine, allora diventava meno strana, perché nessuno le dava più le gocce. Così lei urlava e piangeva e gridava. Gridava e pregava il mio fratello Marco e la sua ragazza Petra di salvarla, perché la stanno ammazzando e le stanno rubando tutto. Si aggrappava al braccio della Petra, non voleva mollare e piangeva e gridava: “Aiutatemi, aiutatemi!” Ma Marco non poteva aiutarla perché tutti credono al nostro papà. Lui è un medico. E mio fratello è solo un musicista. Dopo tornava mio papà, dava di nuovo le gocce alla zia e lei non urlava più.


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